Con questo articolo proponiamo una nuova puntata per la rubrica speciale dedicata a raccontare il mondo dell’innovazione in un modo nuovo, servendoci delle idee, delle parole e della creatività di una nostra stimatissima partner, Sara Malaguti, che con il suo progetto Flowerista (di cui è Ceo e Founder) ha dato vita ad un Podcast imperdibile: “Con la creatività si mangia”, arrivato, oggi, alla sua quarta stagione.
In fondo all’articolo trovate il link per ascoltare direttamente la puntata di cui raccomandiamo sentitamente l’ascolto.
In questo articolo, infatti, ci limitiamo per ragioni editoriali, a sottolineare alcuni highlight.
Nell’articolo odierno analizziamo un ulteriore aspetto peculiare dell’innovazione, ovvero quella che nasce per rispondere a un bisogno reale delle persone, già esistente e ben identificato, ma che alla fine senza volerlo si ritrova a soddisfare una necessità completamente diversa.
E in alcuni casi, l’innovazione risulta essere più rivoluzionaria e potente di quella che ci si era immaginati all’inizio.
D’altra parte, accade da sempre che nuove invenzioni vengano create con uno scopo, e alla fine vengano effettivamente utilizzate per soddisfare un’esigenza diversa. Questo riguarda anche tanti prodotti che usiamo nella nostra quotidianità.
Sapete ad esempio com’è nato l’orologio da polso? Il suo inventore è il famigerato orologiaio francese Patek Philippe.
Nel 1868 Patek realizzò il suo primo orologio da polso come ornamento per la contessa Koskovicz d’Ungheria. All’inizio era considerato un accessorio tipicamente femminile: le ridotte dimensioni e le forme dei primi orologi erano considerate perfette per il polso minuto delle donne, e in più tra gli uomini era comunemente usato l’orologio da taschino. Quello che allora non si sapeva è che questo accessorio si sarebbe rivelato estremamente utile per tutti, donne e uomini, e avrebbe superato la sua funzione puramente ornamentale.
Quando ci si rese conto di quanto fosse pratico l’orologio da polso per le attività quotidiane, gli uomini iniziarono infatti a utilizzarlo e a mettere da parte quello da taschino.
Un giorno, il pilota Alberto Santos-Dumont commissionò all’amico Louis Cartier, noto orologiaio francese, un modello di orologio da polso su misura che gli permettesse di leggere facilmente l’ora quando era a bordo dei suoi aerei. L’idea fu un successo e l’orologio di Cartier iniziò a diffondersi. (Il “Cartier Santos” viene ricordato come primissimo orologio da polso per gli uomini).
La prima Guerra Mondiale, poi, rappresentò uno dei punti di svolta della diffusione di questo strumento, perché i militari iniziarono a farne uso per sincronizzare le operazioni sul campo di battaglia e, a guerra conclusa, tantissimi continuarono ad indossarlo anche durante la vita quotidiana, favorendone la diffusione di massa.
Ecco quindi che l’orologio, nato inizialmente come accessorio decorativo solo per le donne, ebbe un successo smisurato per il suo valore funzionale.
Inconsapevolmente, Patek Philippe aveva dato vita ad una piccola rivoluzione. Come abbiamo visto, in questo caso l’utilizzo effettivo del prodotto non era stato deciso a monte dal suo inventore, ma è stato definito dai consumatori in base alle loro reali esigenze.
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