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Spesso i progetti di impresa vengono avviati da due persone: la prima partorisce l’idea e l’altra lo aiuta a svilupparla.
Nell’entusiasmo iniziale, dovendo prima di tutto superare molti dubbi e difficoltà, oltre ad accertare se l’idea può davvero tradursi in un progetto concreto, i ruoli sono alla pari perché tutti e due i fondatori si preoccupano di studiare, verificare le ipotesi, fare ricerche e test, raccogliere riscontri etc
Ciò si traduce (comprensibilmente) in una società con due soci al 50%
Inizialmente, il ruolo di amministratore è più un onere (responsabilità) che un onore (spesso i compensi non vengono nemmeno previsti per diversi mesi)
I due soci hanno in genere competenze molto diverse (in fase di ideazione cerco proprio un amico che mi sappia dare un consiglio su un aspetto importante, che io non conosco e di cui lui invece è esperto) e, almeno all’inizio, è facile dividere i ruoli e i compiti.
Successivamente ognuno sarà, inoltre, costretto a svolgere funzioni che non conosce bene (non essendoci molte risorse economiche per pagare un consulente o un fornitore esterno).
Lo statuto in genere non prevede alcuna regola specifica per le situazioni pratiche più ricorrenti, tra le quali, ad esempio:
Ma tali questioni vengono affrontate in modo pratico e risolte condividendo la strategia di fondo.
Quando l’impresa comincia a funzionare e generare ricavi, i soci potranno delegare le attività più operative e strutturare l’impresa.
Cosa può accadere in caso di stallo, cioè quando due soci hanno pari poteri ma opinioni divergenti su quali azioni intraprendere e con quali modalità?
Se da un lato le soluzioni trovate (ad esempio la consulenza di un esperto di comune fiducia) possono costituire dei validi precedenti per affrontare simili situazioni in futuro (ad esempio delegando l’attività operativa al consulente esterno, oppure assumendo una persona per svolgere tali attività), dall’altro questi “conflitti” possono condurre:
Le possibili vie d’uscita dalla situazione di impasse sono tante. Per semplificare indichiamo quelle più estreme (ma anche più frequenti):
In entrambi i casi sarà necessario affrontare almeno le seguenti questioni:
Le questioni sopra indicate sono connesse tra loro e, inoltre, influenzate dalle vicende della società (semplificate nei paragrafi precedenti: governance, deleghe operative, gestione dei clienti, etc) e da come sono state affrontate fino al momento di stallo.
La situazione sopra descritta è comune (e poco diversa nel caso di 3 o più soci con quote paritarie, salvo le eventuali “alleanze” tra soci) e richiede un approccio sia dal punto di vista umano sia tecnico:
Un’attenta analisi è infatti necessaria al fine di definire lo scenario e la gestione della migliore via d’uscita dalla situazione di crisi.
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