Per una startup agli inizi, ogni scelta è cruciale. Tra le più delicate, ma spesso anche tra le più sottovalutate, ci sono gli accordi dipartnership e quelli con incubatori e acceleratori. Si tratta di strumenti preziosi per accedere a risorse, competenze e opportunità dicrescita. Ma attenzione: dietro una collaborazione entusiasmante possono nascondersi insidie legali che, se trascurate, possono compromettere il futuro del progetto.

 

Cos’è una partnership?

 

Una partnership è un accordo tra due o più soggetti che decidono di collaborare per raggiungere un obiettivo comune. Non significa necessariamente fondersi o creare una nuova società insieme, ma condividere risorse, competenze o mercati per ottenerebenefici reciproci. Nel contesto delle startup, può assumere forme diverse: partnership tecnologica, co-marketing, partnershipcommerciale, partnership con università o centri di ricerca.

Il vantaggio è evidente: unire le forze per crescere più in fretta. Ma serve metodo.

 

La partnership può essere anche tra pubblico e privato, un esempio curioso è avvenuto durante la pandemia quando Bending Spoonsha collaborato con il Ministero della Salute per la creazione dell’app Immuni.

 

Elementi fondamentali di un contratto di partnership

 

È sempre necessario stipulare un contratto per un buon accordo di partnership e deve prevedere almeno:

 

  • Ruoli e responsabilità: chi fa cosa, con quali risorse e in quali
  • Gestione della proprietà intellettuale: se nascono nuove soluzioni, chi ne detiene i diritti?
  • Clausole di riservatezza e non concorrenza: per tutelare idee, dati,
  • Durata, rinnovo e recesso: è essenziale sapere come uscire da un accordo, se
  • Risoluzione delle controversie: meglio prevedere da subito modalità di mediazione o

 

Sottovalutare la forma contrattuale o affidarsi a modelli generici, può aprire la porta a contenziosi o, peggio, alla perdita di asset strategici. Questo soprattutto a causa dell’asimmetria tra i partner ovvero dello squilibrio tra le parti coinvolte in un contratto, sia in termini di potere contrattuale, sia nei diritti e obblighi stabiliti, molto frequente quando una startup giovane e piccola si relaziona con un partner più strutturato.

 

Incubatori e acceleratori: cosa sono e cosa offrono?

 

Sempre più startup entrano in programmi di incubazione o accelerazione, attratte da mentorship, spazi, network e talvolta capitale.Tuttavia, queste collaborazioni comportano spesso la cessione di una quota del capitale della startup, e questo richiede grande attenzione.

Gli Incubatori sono strutture che accolgono startup in fase molto precoce, anche solo a livello di idea o prototipo. Offrono spazi fisici e infrastrutture, supporto legale, fiscale e amministrativo; mentorship e formazione di base; accesso a una community di altre startupfounder. L’obiettivo è accompagnare la nascita della startup, aiutandola a strutturarsi,

costituirsi e validare il prodotto/servizio.

 

Un esempio di incubatore a livello nazionale è PoliHub nato all’interno del Politecnico di Milano. È gestito dallaFondazione Politecnico ed è pensato per supportare startup ad alto contenuto tecnologico e innovativo, spesso con una forte componente di ricerca.

Gli Acceleratori invece sono programmi più brevi e intensivi, pensati per startup già costituite e operative, con un prodotto definito ogià sul mercato. Offrono: mentorship di alto livello; workshop verticali (es. fundraising, go-to-market, branding);

accesso diretto a investitori e aziende partner; visibilità, eventi di networking e Demo Day finali. In cambio, molti acceleratori chiedono una piccola percentuale di equity.

 

Un esempio concreto è la statunitense Y Combinator, probabilmente l’acceleratore più famoso al mondo. Tra le startup passate da lì cisono nomi come Airbnb, Dropbox, Reddit, Stripe e Coinbase. Ogni anno seleziona startup da tutto il mondo e offre:

  • Un investimento iniziale (attualmente 000 dollari).

 

  • Un programma intensivo di 3 mesi nella Silicon

 

  • Mentorship da parte di imprenditori e investitori di primo

 

  • Un Demo Day finale dove le startup presentano il proprio pitch a una platea di

In cambio, YC riceve equity in ogni startup. Non è solo un acceleratore, è un marchio che dà credibilità e visibilità immediata.

 

Cosa bisogna analizzare prima di aderire a un programma di accelerazione?

 

  • Valutare l’equity ceduta: quanto stai dando, e per quale valore? È sostenibile nel

lungo periodo?

  • Diritti post-programma: esistono clausole di prelazione o vincoli futuri sugli aumenti di capitale?
  • Servizi realmente offerti: mentorship, supporto operativo, accesso a .. tutto va verificato e messo per iscritto.
  • Obblighi e vincoli: alcune accelerazioni impongono milestones o limitano l’autonomia

strategica.

  • Tutela della proprietà intellettuale: accertati che il programma non preveda diritti su tecnologie o soluzioni sviluppate.

 

Entrare in un programma prestigioso può dare grande visibilità e catalizzare la crescita della startup, ma è fondamentale che ciò non comprometta il controllo e la flessibilità della startup.

 

Buone pratiche legali per startup e giovani founder

 

  1. Studia chi hai davanti: sia che si tratti di un partner commerciale, sia di un acceleratore, verifica la reputazione e i casi passati.

 

  1. Contrattualizza sempre: anche con persone di Le parole volano, i contratti restano.

 

  1. Proteggi gli asset strategici: marchi, software, dati, know-how. Tutto deve avere una copertura legale chiara.

 

  1. Pensa agli investimenti futuri: evita clausole che potrebbero allontanare potenziali investitori (come diritti di veto troppo forti o lock-up eccessivi).

 

  1. Affidati a un legale esperto: una revisione contrattuale fatta con competenza può evitare problemi seri, anche a distanza di anni.

 

 

Conclusioni

In un ecosistema dove le relazioni sono la chiave della crescita, saper gestire in modo consapevole partnership, accordi con incubatori o programmi di accelerazione è una competenza imprenditoriale fondamentale. Le opportunità ci sono, ma vanno affrontatecon lucidità: ciò che oggi sembra una scorciatoia può domani diventare un ostacolo, se sottovalutato dal punto di vista legale.

 

 

Nicolò Tessari – JEMIB