In Italia, il sostegno all’imprenditoria giovanile si concretizza attraverso una serie di strumenti normativi e finanziari, mirati a favorire l’avvio e lo sviluppo di nuove imprese da parte dei giovani, queste misure, promosse da enti governativi e istituzioni pubbliche, offrono agevolazioni economiche e supporto tecnico per incentivare l’autoimprenditorialità. Il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha implementato il Piano Nazionale Industria 4.0, successivamente evoluto nel piano Transizione 4.0 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo piano prevede misure organiche per promuovere investimenti in innovazione, competitività e sviluppo delle competenze, sostenendo la quarta rivoluzione industriale.

Tra le principali agevolazioni finanziarie destinate ai giovani imprenditori si annoverano:

  • Nuove Imprese a Tasso Zero: gestita da Invitalia, questa misura sostiene la creazione di micro e piccole imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne. Offre finanziamenti a tasso zero per progetti di investimento fino a 1,5 milioni di euro, coprendo fino al 75% delle spese ammissibili.
  • Nuovo SELFIEmployment: attivo dal 22 febbraio 2021, finanzia l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali promosse da NEET (giovani tra i 18 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in formazione), donne inattive e disoccupati di lunga durata. Offre prestiti a tasso zero fino a 50.000 euro, senza necessità di garanzie reali o personali.
  • Resto al Sud: incentivo economico che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali da parte di soggetti con meno di 46 anni nelle regioni del Mezzogiorno.

Oltre agli incentivi pensati specificamente per i giovani, esistono strumenti più ampi che mirano a favorire l’imprenditoria innovativa e il rafforzamento del tessuto economico italiano, con un particolare focus su start-up e PMI. Questi programmi offrono opportunità significative per chi desidera avviare o sviluppare un’impresa basata su tecnologie avanzate o modelli di business innovativi.

  • Smart&Start Italia: Questo programma, gestito da Invitalia, è rivolto alle start-up innovative che siano costituite da non più di 60 mesi o che siano in fase di costituzione. Lo scopo principale è sostenere la nascita di imprese innovative in grado di generare valore aggiunto nel panorama nazionale. Attraverso finanziamenti agevolati che coprono fino al 90% delle spese ammissibili, e servizi di tutoring dedicati, Smart&Start Italia rappresenta un pilastro fondamentale per le realtà emergenti che necessitano di supporto non solo economico, ma anche tecnico e manageriale. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla capacità delle imprese di dimostrare un modello di business scalabile e un impatto significativo sul mercato.

 

  • Fondo Nazionale Innovazione (FNI): Questo fondo opera come un catalizzatore per lo sviluppo del venture capital in Italia, promuovendo investimenti.

 

  • Spin – Scaleup Program Invitalia Network: dedicato allo sviluppo imprenditoriale di start-up innovative, PMI e spin-off universitari con sede operativa in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

 

Per le imprese sociali, cooperative sociali e società cooperative con qualifica di ONLUS, sono disponibili programmi quali:

  • Italia Economia Sociale: promuove la diffusione e il rafforzamento dell’economia sociale.

 

  • Nuova Marcora: sostiene la nascita e lo sviluppo di società cooperative di piccole e medie dimensioni, inclusi progetti per la gestione di beni confiscati alle organizzazioni criminali.

Le Regioni e le Amministrazioni comunali, in collaborazione con il sistema scolastico e professionale, promuovono la creazione di start-up sul territorio attraverso incubatori d’impresa e sostegni finanziari che integrano le misure nazionali, offrendo ulteriori opportunità ai giovani imprenditori.

Un aspetto innovativo e sempre più rilevante nel panorama dell’imprenditoria giovanile è rappresentato dal SAFE (Simple Agreement for Future Equity), uno strumento contrattuale introdotto inizialmente nel contesto delle start-up statunitensi e ora diffusamente utilizzato anche in Italia. Il SAFE consente alle giovani imprese di raccogliere capitali in maniera flessibile, differendo la definizione della quota di partecipazione dell’investitore al momento di un evento futuro, come un aumento di capitale o una vendita della società. Questo meccanismo si rivela particolarmente utile per i giovani imprenditori, spesso in fase iniziale, che necessitano di risorse immediate senza dover definire immediatamente il valore della loro impresa, spesso ancora in fase embrionale. Integrato con strumenti di sostegno pubblico e incentivi come quelli offerti da Smart&Start Italia o il Fondo Nazionale Innovazione, il SAFE rappresenta un ponte tra il finanziamento privato e pubblico, offrendo ulteriore flessibilità e attrattività agli investitori, e stimolando la crescita di nuove imprese innovative.

Sebbene il panorama italiano offra una vasta gamma di strumenti a supporto dell’imprenditoria giovanile, combinando incentivi finanziari, supporto tecnico e misure normative, l’accesso a tali risorse richiede una conoscenza approfondita delle opportunità disponibili e una pianificazione accurata del progetto imprenditoriale, al fine di massimizzare le possibilità di successo nell’avvio e nello sviluppo dell’impresa. Le soluzioni proposte per incentivare l’imprenditoria giovanile in Italia sono sì numerose, ma permangono comunque diverse criticità che limitano l’efficacia degli strumenti disponibili. Questi problemi derivano da fattori economici, strutturali e culturali, che il sistema italiano fatica a superare.

Nonostante l’esistenza di incentivi come il Nuovo SELFIEmployment e Nuove Imprese a Tasso Zero, molti giovani imprenditori trovano difficoltà nell’ottenere finanziamenti adeguati, la dipendenza dalle risorse pubbliche, soggette a vincoli di bilancio e tempi lunghi di erogazione, è spesso un ostacolo per chi ha bisogno di liquidità immediata. L’accesso al credito è una delle barriere principali per i giovani imprenditori italiani, soprattutto a causa delle garanzie richieste e della difficoltà di soddisfare i criteri di ammissibilità dei programmi pubblici. Inoltre, Invitalia sottolinea come molti candidati non riescano a presentare business plan completi, un requisito essenziale per accedere ai finanziamenti.

L’eccessiva burocrazia rappresenta un limite significativo per i giovani che vogliono avviare un’impresa in Italia. Il rapporto Doing Business 2020[1] della Banca Mondiale colloca l’Italia al 58° posto su 190 Paesi per facilità di fare impresa, penalizzata in particolare dai tempi lunghi per l’ottenimento di licenze e autorizzazioni. Inoltre, l’accesso agli incentivi pubblici, come quelli previsti da Smart&Start Italia, richiede processi amministrativi complessi e una documentazione approfondita, spesso difficile da produrre per chi si trova nelle prime fasi imprenditoriali.

Vi è poi il problema della mancanza di infrastrutture e supporto tecnico, tale per cui, nonostante strumenti come Smart&Start Italia includano servizi di tutoraggio, l’effettiva disponibilità di infrastrutture di supporto è limitata, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Molte aree del Mezzogiorno mancano di incubatori d’impresa e coworking adeguati, riducendo le opportunità per i giovani imprenditori di accedere a ecosistemi innovativi. Occorre poi segnalare la limitata integrazione tra gli incentivi pubblici e i meccanismi di finanziamento privati, come venture capital e strumenti innovativi quali il SAFE, a causa di una regolamentazione poco chiara e di un quadro normativo ancora in evoluzione.

La cultura imprenditoriale in Italia rimane debole, con una forte preferenza per il lavoro dipendente rispetto all’iniziativa imprenditoriale. L’OECD Employment Outlook[2] evidenzia come l’Italia sia tra i Paesi con una percezione del rischio d’impresa particolarmente alta. Inoltre, la formazione imprenditoriale nei percorsi scolastici e universitari è ancora marginale rispetto ad altri Paesi europei, lasciando molti giovani impreparati alle sfide pratiche del fare impresa.

In conclusione, Le misure di sostegno all’imprenditoria giovanile in Italia rappresentano un passo avanti, ma non riescono a risolvere i problemi strutturali che affliggono il Paese, per rendere queste iniziative realmente efficaci, è necessario un approccio sistemico che affronti questioni come la burocrazia, le disparità territoriali e la debolezza della cultura imprenditoriale. Senza questi interventi fondamentali e integrati, l’effetto sarà semplicemente quello di curare il “sintomo” di un disagio più grande che continuerà a manifestarsi.

 

Porri Pierluigi Lorenzo
JEMIB – Junior Enterprise Milano Bicocca