Dalla Carta alla Crescita: i contratti che sostengono le startup
Il termine “startup” si riferisce a un’impresa emergente, recentemente costituita o appena quotata in borsa. Tuttavia, il significato di questo termine può variare a seconda del contesto in cui viene utilizzato. In generale, una startup rappresenta un’organizzazione temporanea, situata nella fase iniziale del ciclo di vita di un’azienda, e si caratterizza per la sua focalizzazione sull’innovazione e per la progettazione di un modello di business replicabile e scalabile. Secondo la Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione delle policy a favore delle startup e delle PMI innovative[1], dopo un incremento registrato nel 2022, con 14.264 unità (+1,4% rispetto al 2021), nei primi nove mesi del 2023 si è osservato un calo del 3,6% delle startup regolarmente iscritte al registro delle imprese, segnando il primo arretramento dal 2018. Le cause di questo declino possono essere ricondotte all’aumento dell’inflazione, ai rincari delle materie prime e alla restrizione del credito dovuta all’incremento dei tassi bancari.
Le start up possono sommariamente essere così descritte:
Requisiti
– Scalabilità: Capacità di crescere rapidamente sul mercato. – Replicabilità: Modello di business facilmente replicabile. – Innovazione: Introduzione di prodotti o processi innovativi. – Temporaneità: L’azienda deve essere costituita da meno di cinque anni.
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Tipologie
– Piccole imprese. – Imprese costituite per essere acquisite. – Startup scalabili o in cerca di capitale. – Startup di derivazione: Rami di società madri più grandi. – Startup sociali: Legate a organizzazioni no-profit o di beneficenza.
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Il quadro normativo delle startup innovative in Italia
In Italia, il quadro normativo per le startup innovative è stato introdotto con il Decreto-legge 179/2012, noto come Startup Act, promosso dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Questa normativa ha istituito il Registro delle startup innovative, che oggi conta oltre 14.000 imprese. Per ottenere lo status di “startup innovativa”, le imprese devono rispettare specifici requisiti, tra cui:
- Costituzione da meno di cinque anni.
- Fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro.
- Non essere quotate su mercati regolamentati.
- Residenza in Italia o in un altro Paese UE, con sede produttiva o filiale in Italia.
- Non aver distribuito utili.
- Focus sullo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico.
- Non derivare da fusioni, scissioni o cessioni di rami d’azienda.
In aggiunta, devono rispettare almeno uno dei seguenti criteri:
- Investimento in Ricerca e Sviluppo pari ad almeno il 15% del valore della produzione.
- Impiego di personale altamente qualificato (dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori).
- Possesso di brevetti o software registrati.
Contratti per il funzionamento della startup: Il pilastro giuridico del successo
Avviare una startup è un’avventura affascinante, ma insidiosa, che richiede non solo innovazione e determinazione, ma anche una solida base giuridica. I contratti rappresentano l’ossatura legale che permette alla startup di crescere e prosperare in un mercato competitivo.
Un elemento cruciale nel contesto commerciale è il contratto di vendita, che rappresenta il Fondamento delle Transazioni Commerciali, uno strumento giuridico essenziale che disciplina la cessione di beni o servizi tra venditore e acquirente. Questo contratto, redatto con attenzione ai dettagli, stabilisce i diritti e gli obblighi reciproci delle parti coinvolte, prevenendo potenziali dispute legali. La sua redazione deve includere, tra gli altri aspetti fondamentali, una descrizione precisa del bene o servizio oggetto della transazione, la determinazione chiara del prezzo di vendita, le modalità di pagamento e le condizioni di consegna.Inoltre, è necessario prevedere clausole specifiche che regolino le garanzie offerte sul prodotto e le responsabilità in caso di difetti o inadempienze. Un contratto di vendita ben strutturato crea un quadro chiaro e preciso delle obbligazioni contrattuali, contribuendo a evitare controversie legali.
Di pari importanza sono i termini e condizioni, che rappresentano le regole del gioco. Si tratta di un contratto tra la startup e i suoi clienti che definisce le regole per l’uso del prodotto o servizio offerto. Questi documenti non solo limitano la responsabilità dell’azienda, ma chiariscono anche i diritti e i doveri delle parti coinvolte. Tra gli elementi chiave vi sono le norme sull’utilizzo del prodotto, le politiche di privacy e sicurezza dei dati, le modalità di pagamento e le politiche di rimborso, nonché le clausole che limitano la responsabilità della startup per eventuali danni derivanti dall’uso del prodotto o servizio. La collaborazione con un legale esperto nella redazione e nell’aggiornamento di questi termini è essenziale per garantire la loro comprensibilità, equità e conformità alle leggi vigenti. Una trasparenza totale in questo documento rafforza la fiducia dei clienti nella startup e aiuta a prevenire malintesi e controversie.
Un altro contratto cruciale per il successo di una startup è il contratto di consulenza marketing. In un mercato sempre più competitivo, il marketing è uno strumento indispensabile per affermarsi. Questo contratto regola i rapporti tra la startup e il consulente o l’agenzia incaricata di promuovere il brand, stabilendo in modo dettagliato i servizi da fornire, la durata del contratto, il compenso e le modalità di pagamento, oltre alle clausole di riservatezza per proteggere le informazioni sensibili dell’azienda. La definizione di obiettivi chiari e misurabili all’interno del contratto permette di valutare l’efficacia del consulente e di garantire che le aspettative siano allineate, creando una base solida per una collaborazione proficua.
Nell’era del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), la gestione dei dati personali è diventata un aspetto di primaria importanza per le startup, che devono garantire la conformità alle normative europee per evitare sanzioni significative. Tra le principali aree di attenzione vi sono la raccolta del consenso informato degli utenti, l’implementazione di misure di sicurezza adeguate a proteggere i dati, la garanzia dei diritti degli utenti previsti dal GDPR, e l’obbligo di notificare tempestivamente eventuali violazioni dei dati personali sia alle autorità competenti che agli utenti interessati. Affidarsi a professionisti esperti in materia di privacy e protezione dei dati è essenziale per costruire un sistema di gestione dei dati conforme e sicuro. L’adeguamento alle normative GDPR, oltre a essere una questione di legalità, rappresenta un elemento chiave per costruire e mantenere la fiducia dei clienti.
Nel complesso e dinamico mondo delle startup, una solida base contrattuale è imprescindibile per garantirne non solo la sopravvivenza, ma anche il successo a lungo termine. La redazione di contratti con l’assistenza di esperti non solo protegge l’azienda dalle insidie giuridiche, ma facilita anche la creazione di relazioni trasparenti e fiduciarie con clienti, partner e fornitori. Infine, la conformità alle normative sulla gestione dei dati, come il GDPR, completa questo quadro, garantendo che la startup operi in modo sicuro e conforme alle leggi, costruendo così un futuro solido e prospero.
Porri Pierluigi Lorenzo