Tra i numerosi ambiti che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha l’obbiettivo di riformare, il sistema giudiziario italiano è senza dubbio uno tra i più complessi e insidiosi, avendo da un lato un sistema giurisdizionale estremamente burocratico e macchinoso, che rende difficile razionalizzare le procedure di efficientamento, e dall’altra un gruppo consistente di operatori del diritto che fatica a stare al passo con l’avanzamento tecnologico e con le prassi che cambiano. Ǫuasi un anno fa l’osservatorio del politecnico sui professionisti dipingeva una realtà assai critica e variegata: se da una parte c’erano studi di medie e grandi dimensioni che già avevano abbracciato e incorporato l’evoluzione tecnologica, implementando siti web, piattaforme di video conferenza, chatbot e via discorrendo, dall’altra 6microstudi su 10 non avevano nemmeno un sito web, limitandosi a adottare nuove tecnologie solo qualora imposte, ad esempio la fatturazione elettronica o la conservazione digitale dei documenti.
Uno dei principali obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), parallelo alla riduzione dei tempi processuali e all’eliminazione dell’arretrato giurisdizionale, è la digitalizzazione del processo giudiziario, la quale è intrinsecamente connessa al raggiungimento dei suddetti obiettivi. Tuttavia, è fondamentale che tale processo di digitalizzazione avvenga in modo sinergico anche per gli operatori del settore legale, poiché sarebbe vano avere un sistema giudiziario altamente avanzato ed efficiente se i protagonisti del foro non adottassero lo stesso approccio. In caso contrario, si rischierebbe di generare una situazione paradossale in cui la ricerca dell’efficienza del sistema giudiziario porti a una riduzione della stessa.
Le possibilità prospettate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per le Law firm e i loro assistiti si caratterizzano per la loro varietà e profondità. In particolare, il processo di digitalizzazione precedentemente menzionato offre agli studi legali l’opportunità di innovare e investire nelle proprie capacità, potenzialmente accrescendo il proprio portafoglio clienti, la loro efficienza ed efficacia. Tale sviluppo potrebbe condurre anche alla prestazione di servizi consulenziali specialistici ai clienti nell’ambito dell’implementazione del PNRR, ad esempio il sostegno nella realizzazione degli obiettivi di transizione ecologica. gli interventi e i finanziamenti previsti dal PNRR richiedono una maggiore specializzazione da parte degli operatori legali, la quale può essere conseguita attraverso una ristrutturazione interna degli studi, con la formazione e l’iper-specializzazione del personale preesistente o mediante l’assunzione di nuovi professionisti da formare. Va altresì evidenziato che la mera competenza nel diritto pubblico o amministrativo non è sufficiente per fornire una consulenza adeguata. Di conseguenza, i principali studi legali stanno perseguendo l’obiettivo di offrire un servizio consulenziale completo, articolandosi in modo tale da comprendere team altamente specializzati in grado di gestire tutte le fasi delle procedure. Ciò consente al cliente di rivolgersi a un unico professionista, ossia lo studio legale, per la risoluzione di questioni complesse che richiedono competenze specifiche in diversi settori del diritto. Un altro ambito in cui il P.N.R.R. può rivelarsi utile agli studi è l’incentivo all’adozione di strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie. Pertanto, gli studi legali che si occupano di diritto civile potrebbero considerare l’opportunità di ampliare l’offerta di servizi finalizzati alla risoluzione extragiudiziale delle controversie.
L’assunzione e la formazione di giovani professionisti costituiscono un’importante opportunità riflessa che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre, consentendo agli studi di arricchire il proprio organico con nuove risorse che, una volta formate, possano soddisfare le esigenze specifiche dei clienti. Tuttavia, questa opportunità non viene sempre pienamente sfruttata.
Sia le law firm di grandi che quelle di medie e piccole dimensioni incontrano difficoltà nel reperimento di neolaureati disposti a intraprendere la carriera forense. Ciò è dovuto a diverse ragioni, ma le principali possono essere riassunte in due punti principali. In primo luogo, vi è una motivazione di natura personale e sociale: molti giovani ritengono che la professione richieda un considerevole impegno di tempo e energie, con un sacrificio significativo della propria vita personale a favore della carriera; In secondo luogo, interconnesso con il primo, c’è la percezione che tale impegno non sia adeguatamente ricompensato. Spesso, gli studi richiedono un’elevata produttività e trattano i praticanti con modalità che possono essere percepite come sproporzionate rispetto al valore del loro contributo, offrendo compensi minimi (quando previsti) e poche forme di riconoscimento.
Considerando questi due aspetti, diventa chiaro che una crescente percentuale di neolaureati preferisca intraprendere la via dell’impiego in azienda, ad esempio come giuristi d’impresa, che offre guadagni più consistenti fin dall’inizio, stabilità lavorativa e un migliore equilibrio tra vita professionale e privata, oltre a una serie di benefit aziendali e inquadramenti contrattuali più vantaggiosi, compresi periodi di ferie e welfare aziendale, che meglio si adattando ad un neolaureato che sta iniziando a essere indipendente e deve cercare di arrivare a fine mese senza troppi grattacapi. questi elementi sono considerati essenziali dalle generazioni più giovani nel contesto lavorativo e, in mancanza di essi, la stragrande maggioranza preferisce orientarsi verso altre opportunità di lavoro.
In sintesi, il PNRR dà la possibilità agli studi legali, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni, che sono i meno attenti e volenterosi a evolvere, non solo di ristrutturarsi e modernizzarsi, permettendogli di essere più competitivi nei servizi offerti e nella qualità degli stessi, dando anche l’opportunità a clienti internazionali di conoscerli e sceglierli come professionisti, ma anche l’opportunità riflessa di usare l’iperspecializzazione necessaria per poter adeguatamente seguire le imprese nell’ambito degli scopi del PNRR come mezzo per poter agevolare l’assunzione di giovani tirocinanti e aumentare il ricambio generazionale.
Porri Pierluigi Lorenzo