Nell’era dell’informazione, i Big Data rappresentano una risorsa inestimabile per le imprese, consentendo analisi approfondite, previsioni accurate e una personalizzazione dei servizi. Tuttavia, questa enorme quantità di dati, generati da ognuno di noi ogni giorno, solleva anche problemi nel suo rapporto con la privacy individuale.  

Definiamo innanzitutto Big Data e privacy.

I primi sono un insieme di dati che provengono da molte fonti e sono tanto complessi da non poter essere elaborati in modo tradizionale. Offrono vantaggi significativi in molte aree – dall’analisi delle tendenze di mercato alla ricerca scientifica – e le imprese possono utilizzarli per comprendere meglio i propri clienti, migliorare i servizi e sviluppare soluzioni innovative. Tuttavia, l’accesso indiscriminato ai dati personali può comportare rischi per la privacy e la sicurezza degli individui.

La privacy è un diritto fondamentale che garantisce agli individui il controllo delle proprie informazioni personali, cioè qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile. La Foundation for Accountability Information distingue quattro tipologie di dati personali:

  1. Provided Data, forniti consapevolmente e volontariamente dagli individui;
  2. Observed Data, raccolti in maniera automatica;
  3. Derived Data, prodotti o derivati da altri dati in modo del tutto semplice e diretto;
  4. Inferred Data, prodotti utilizzando un metodo logico-analitico complesso, al fine di riuscire a trovare tutte le correlazioni possibili tra i set di dati e utilizzarli per categorizzare o profilare le persone. Questa tipologia di dati si basa su calcolo statistico di probabilità e può essere meno “certa e sicura” rispetto ai dati derivati.

Una volta definiti i termini della questione, è necessario individuare i metodi complessi e sofisticati con i quali questi dati vengono elaborati.  Si parla in merito di Big Data analytics, cioè il processo di raccolta e analisi di dati, per scoprire tendenze di mercato, intuizioni e modelli che possono aiutare le aziende a prendere decisioni migliori e fare investimenti più consapevoli. Gli strumenti impiegati in questo procedimento sono il frutto dei più recenti sviluppi tecnologici, come l’Intelligenza Artificiale (IA), l’apprendimento automatico e i sistemi di Business Intelligence (BI).

È opportuno identificare i problemi e tentare di dare delle soluzioni. La sfida principale è senza dubbio bilanciare l’accesso ai dati con la protezione della privacy e, con questo obiettivo, è stato emanato a livello comunitario il GDPR (General Data Protection Regulation) – Regolamento (UE) n. 2016/679. Questa normativa ha ridisegnato i confini della protezione dei dati personali, basati sui concetti di liceità, correttezza e trasparenza, consenso, limitazione della finalità, minimizzazione ed esattezza. Con il fine di promuovere la crescita economica, la Commissione europea si pone l’obiettivo di creare uno spazio unico europeo di dati personali e non personali (inclusi i dati commerciali sensibili), costituendo un mercato sicuro di informazioni in grande quantità e di alta qualità, cui le imprese possano accedere facilmente. Per raggiungere tale scopo, il GDPR si pone come garante della certezza del diritto e trasparenza agli operatori economici, e assicura un controllo coerente del trattamento dei dati personali.

Riassumendo le strategie già adottate, e individuando i profili che la normativa nazionale e comunitaria possono approfondire, meritano di essere considerati:

  1. l’impiego anonimo dei dati, rimuovendo le informazioni personali sensibili nei set di dati, riducendo così il rischio di identificazione individuale;
  2. il consenso informato, ottenendo il consenso esplicito degli utenti prima di raccogliere e utilizzare i loro dati, informandoli chiaramente su come verranno utilizzati;
  3. i limiti all’accesso dei dati, consentito soltanto a persone autorizzate e garantire misure di sicurezza robuste per proteggere i dati sensibili;
  4. la trasparenza;
  5. il diritto alla rettifica dei dati personali, alla loro cancellazione e all’oblio.

Dunque, nell’era dei Big Data proteggere la privacy è essenziale per preservare la fiducia degli utenti e garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali: le imprese devono perciò adottare approcci responsabili nell’uso dei dati, bilanciando innovazione e protezione individuale. Solo attraverso l’impegno collettivo per garantire la privacy, e un’attenta attività di regolazione, è possibile realizzare pienamente il potenziale dei Big Data, senza compromettere la sicurezza e la dignità degli individui. 

Enrico Fiori