In uno scenario tra prossima apocalisse e negazionisti, volendosi attestare nell’ambito di una posizione equilibrata e più oggettiva possibile, siamo costretti a prendere atto che il clima è mutato, le nostre città sono immerse in un’aria irrespirabile e la maggior parte dei cibi che consumiamo contengono veleni. Questi sono solo tre degli innumerevoli fronti che stanno abbattendo il nostro ecosistema, al quale la comunità scientifica ha già assegnato una deadline molto prossima se a livello planetario, dalla base ai vertici delle società nazionali, non si affronterà velocemente ed efficacemente la cosiddetta transizione green.

La maggior parte dei provvedimenti e delle scelte operative ci costringe solo ad adeguarci e ad accettare sacrifici di natura economica di non poco conto. Tuttavia pare opportuno dare giusta luce a quelle iniziative che vedono anche il singolo cittadino protagonista e operatore, all’interno del più grande processo di cambiamento che dovrà salvare la vita al pianeta e di conseguenza a chi lo abita. Fra le tante, spicca per interesse, razionalità e accessibilità la realtà delle Comunità Energetiche Rinnovabili (C.E.R.), nate da prima come sperimentazioni locali oggetto di studio da parte di diversi pool di esperti e ad oggi divenute una realtà diffusa in tutto il territorio nazionale.

Le C.E.R. per definizione sono “associazioni tra cittadini (anche appartenenti ad un condominio, n.d.r.), attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale” (“Le C.E.R. In Italia e nel mondo”, enelx.com).

I soggetti sopra elencati si uniscono volontariamente all’interno di un’area geografica specifica costituendosi in forma giuridica, per produrre e condividere energia e non solo per limitarsi ad un autoconsumo collettivo.

La forma giuridica più adeguata parrebbe essere quella del Consorzio e o della Cooperativa, tuttavia ciò che più conta è che non sia perseguito lo scopo di lucro e che la capacità di agire della Comunità sia separata dai suoi membri e dotata di organi di gestione degli impianti di energie rinnovabili posseduti dai membri della comunità medesima.

Va precisato al riguardo che non è da considerarsi scopo di lucro il risparmio sul prezzo dell’energia in autoconsumo (la riduzione dei costi in bolletta potrebbe arrivare sino a circa il 50% al KWH già solo escludendo tasse ed oneri di sistema). All’interno della Comunità si realizza non solo una forma di autoconsumo, bensì una più efficiente gestione del consumo stesso, personalizzata sulla base delle esigenze di ciascun associato con indubbi vantaggi in termini di autonomia dai gestori presenti sul mercato. A ciò si aggiungano i benefici ambientali che l’autogestione senza sprechi di energie “buone” può regalare all’ecosistema.

Fino a prima della pubblicazione del DM n. 414/2023 (entrato in vigore in data 24/01/2024 in attuazione del Decreto Legislativo 08/11/2021 n. 199), le C.E.R. funzionavano con il meccanismo dello “scambio sul posto” (SSP) che consentiva agli associati la compensazione dell’energia immessa in rete con quella consumata. Questo meccanismo tuttavia non tutelava i casi in cui la produzione di energia dell’impianto superava il consumo. L’energia immessa in rete in eccesso poteva non essere completamente valorizzata in ragione dei limiti di compensazione o di tariffazione meno vantaggiosa. Si pensi ad esempio ad un’abitazione che resta vuota per gran parte dell’anno oppure alle aziende che riducono sensibilmente i consumi energetici nei fine settimana e nelle festività.

Il su menzionato Decreto Ministeriale ha introdotto un correttivo per contenere gli svantaggi connessi all’SSP che, dal 2024, è stato sostituito dal meccanismo denominato “Ritiro Dedicato” che consentirà agli appartenenti delle C.E.R. di vendere l’energia prodotta in eccesso direttamente al gestore dei servizi energetici ad un prezzo prestabilito e concordato, garantendo così un rientro economico costante e prevedibile per i micro produttori di energia, singoli cittadini e famiglie inclusi.

Emanuele Garofalo