Tradurre il diritto: il caso dei servizi di machine translation

I progressi compiuti negli ultimi anni dalla traduzione automatica (machine translation o MT) non sono ancora sufficienti a sostituire in maniera definitiva il ruolo del traduttore in carne ed ossa. Ciò avviene perché il linguaggio umano si differenzia, per sua stessa natura, in una serie di varietà e registri che spesso producono sfumature di significato impercettibili dall’algoritmo.

 

Per capire meglio le particolarità che rendono molto difficile ottenere una traduzione automatica perfetta, è necessario spiegare con maggior precisione la nozione di “linguaggio specialistico” e fornire qualche esempio delle problematiche che possono scaturire dal ricorso massiccio alla machine translation per scopi professionali.

 

Particolarità dei linguaggi specialistici

 

Si definiscono linguaggi specialistici le varietà funzionali di una lingua naturale che dipendono da un settore di conoscenze specialistico e che vengono utilizzate da un gruppo di parlanti più ristretto della totalità di quelli della lingua di cui essi costituiscono una varietà. I linguaggi specialistici hanno lo scopo di soddisfare le esigenze comunicative proprie del settore a cui afferiscono.

 

Sono linguaggi specialistici i linguaggi scientifici, quelli tecnici, la lingua del diritto e ogni altra varietà che prevede il ricorso a strategie lessicali, morfosintattiche e grammaticali peculiari, allo scopo di perseguire precisione e univocità semantica. 

 

La lingua del diritto

 

Il caso del diritto è estremamente interessante, in quanto il legislatore si esprime attraverso un idioma che si distingue dalla lingua quotidiana per una serie di caratteristiche uniche, che dipendono dalla necessità di veicolare significati univoci, predefiniti e comunemente accettati. Il diritto riguarda infatti ogni aspetto della vita dei consociati, e viene utilizzato a fini comunicativi non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche da tutti coloro che entrano in contatto con la legge in senso lato (cioè, in pratica, da tutta la comunità).

 

La traduzione giuridica è un esempio particolarmente calzante delle problematiche connesse alla traduzione automatica, e della (non) opportunità di sostituire definitivamente la professionalità umana in favore di programmi di MT. Infatti, le conseguenze di una traduzione approssimativa, o incapace di restituire perfettamente istituti e terminologie specifiche, possono essere deleterie.

 

Perché la machine translation non è (ancora) adatta a tradurre il diritto

 

Il linguaggio del diritto si caratterizza per via di particolarità lessicali (ad esempio, parole di utilizzo comune che acquisiscono un significato specialistico in un dato settore, si pensi al termine “invenzione” ), sintattiche (riduzione dei tempi e dei modi verbali, utilizzo di connettivi testuali specifici, tendenza alla spersonalizzazione del linguaggio) e fenomeni specifici inerenti al processo di formazione delle parole (lessicalizzazione di sigle, ad esempio CTU, cioè “consulente tecnico d’ufficio”).

 

Il diritto ricorre poi spesso a prestiti e calchi, mutuando termini utilizzati sia nel contesto di altri lessici settoriali, sia in quello di altre lingue straniere. La contrattualistica anglosassone è ricca di vocaboli presenti anche nel linguaggio comune, ma che assumono un significato specifico all’interno dell’ambito di riferimento. Sono proprio questi ultimi a generare spesso confusione nei programmi di MT. Si pensi al termine agreement: la prima traduzione restituita da Google è quella di “accordo”, anche se nell’ambito della contrattualistica agreement assume il significato di “contratto”. Sempre rimanendo sull’app di traduzione di Mountain View, la prima opzione per rendere l’inglese breach of contract è “violazione del contratto”, e non “inadempimento contrattuale”. 

 

Un altro esempio è dato dall’aggettivo criminal, presente nel lessico giuridico dei paesi di Common Law e traducibile con l’omologo italiano “penale”. I programmi più utilizzati di MT sono solitamente in grado di effettuare in maniera corretta la traduzione del singolo lemma; ciononostante, quando tale aggettivo è inserito all’interno di un contesto di uso reale, a volte la traduzione automatica preferisce l’opzione “criminale”. Si tratta di un errore che può inficiare la bontà del risultato. Situazioni di questo tipo sono ancor più comuni quando la lingua di partenza è una lingua esotica. I programmi di MT si troveranno in difficoltà a tradurre termini del lessico giuridico italiano in cinese: ad esempio, “società” viene reso come 社会 (“società” sì, ma inteso come concetto sociologico), laddove l’omologo concetto giuridico è reso da 公司).

 

Simili, e moltissimi altri esempi possono essere facilmente reperiti su internet; essi servono a dimostrare che i programmi di MT non sono ancora in grado di sostituire in tutto e per tutto un traduttore professionista (almeno per il momento). La competenza e la conoscenza umana rimangono perciò ancora indispensabili in tutti quegli ambiti in cui affidarsi completamente agli algoritmi non basta per ottenere un risultato ottimale, e conforme a standard di qualità elevati.

 

Marco Anselli