Per quanto riguarda lo sviluppo e il volume di investimenti nel campo delle intelligenze artificiali, l’Unione europea deve ancora colmare un gap significativo nei confronti dei due paesi leader a livello globale, cioè Stati Uniti e Cina.
Gli Stati Uniti sono attualmente il Paese che effettua il maggior numero di investimenti in questo settore (50 miliardi di euro nel 2022), seguiti al secondo posto la Cina (10 miliardi di euro nel 2022). Il trend del Dragone è in crescita: nel 2027 il volume complessivo di investimenti potrebbe superare i 35 miliardi di euro circa.
Gli investimenti effettuati dall’Unione europea nel 2022 ammontano a “soli” 5 miliardi di euro. La situazione è però migliorata lo scorso anno, quando il mercato digitale del Vecchio continente ha raggiunto il volume di 11 miliardi di euro.
Inoltre, l’Unione europea è stato il primo attore internazionale a muovere passi ufficiali verso la regolamentazione delle IA. Infatti, è proprio su questo solco che si inserisce quanto determinato attraverso l’IA Act, approvato l’8 dicembre scorso dal Parlamento europeo e destinato ad essere seguito da nuove, importanti misure. Scopo di queste ultime sarà quello di rendere i ventisette maggiormente competitivi a livello globale.
Un nuovo pacchetto di aiuti
Una misura in particolare consentirà di potenziare i finanziamenti riservati a startup e Pmi europee che si occupano di intelligenze artificiali. In questi giorni è stato infatti varato da Bruxelles un importante pacchetto di aiuti, all’interno del quale la Commissione predispone una serie di iniziative notevoli dal punto di vista economico e della governance.
Il pacchetto di Bruxelles genererà investimenti addizionali per 4 miliardi di euro fino al 2027, che saranno erogati attraverso i programmi Horizon Europe (programma quadro dell’UE per la ricerca e innovazione per il periodo 2021-2027) ed Europa digitale (programma di finanziamento dell’UE per l’IA generativa).
L’UE punta così a creare un vero e proprio environment favorevole alla ricerca e allo sviluppo in materia di IA. Le novità introdotte a questo scopo riguardano le “fabbriche dell’intelligenza artificiale” (AI Factories) e l’istituzione di un ufficio IA in seno alla Commissione, nonché ulteriori misure idonee a rafforzare gli investimenti pubblici e privati (specialmente quelli realizzati attraverso venture capital), sviluppare gli spazi comuni dei dati in Europa (Common European data spaces) e istituire consorzi europei di infrastrutture digitali.
Fabbriche dell’IA
Con l’istituzione delle AI Factories, Bruxelles punta a far sì che anche l’Unione europea possa acquisire supercomputer che possano garantire l’addestramento delle IA e migliorare l’apprendimento automatico di quest’ultime, rendendoli disponibili non solo al settore pubblico, ma anche a quello privato (specialmente a startup e Pmi). Le “Fabbriche dell’IA” andranno a offrire supporto sia in fase di sviluppo degli algoritmi utilizzati dalle intelligenze artificiali sia in fase di valutazione delle IA stesse.
Inutile sottolineare l’importanza delle AI Factories dal punto di vista dell’innovazione e della crescita economica: infatti, alcuni media nazionali hanno già posto l’accento sul valore strategico delle AI Factories, strumenti attraverso i quali sostenere lo sviluppo di applicazioni europee alternative a ChatGpt.
Ufficio IA
Per quanto riguarda invece la governance in materia di IA, la Commissione si doterà di un vero e proprio ufficio IA, strumento idoneo a rispondere a due bisogni convergenti.
Grazie all’ufficio IA, l’esecutivo europeo potrà sovrintendere allo sviluppo delle policy europee in materia di IA, coordinando al contempo dette policy al fine di incentivare l’armonizzazione dei paesi membri in materia di tecnologie di frontiera. Con l’ufficio IA, la Commissione potrà infine disporre di uno strumento prezioso per supervisionare l’applicazione e l’attuazione dell’IA Act, facendo un ulteriore, importante passo verso la regolamentazione delle intelligenze artificiali.
In chiusura, è utile ricordare che queste misure (nonché le altre predisposte dall’UE sugli sviluppi dell’IA Act), hanno carattere multidimensionale e strategico.
Infatti, i vari finanziamenti e strumenti di cui Bruxelles andrà a dotarsi hanno lo scopo di produrre un effetto positivo sulla crescita economica e tecnologico-scientifica del Vecchio Continente, di recuperare terreno rispetto ai principali competitor globali in materia di IA, nonché di coordinare gli sforzi dei paesi membri rispetto a un asset che sta assumendo una rilevanza geopolitica e strategica sempre più determinante.
Marco Anselli