Logistica urbana, trasporti e mobilità: qual è il loro impatto ambientale?

Secondo la Commissione Europea, gli effetti negativi derivanti dalla logistica urbana, in Europa, ammontano a 100 miliardi di euro l’anno. Il solo settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di CO2, di queste il 71,7% è imputabile al trasportato su strada, mentre la quota restante proviene principalmente dal trasporto marittimo e aereo. Con la diffusione dell’e-commerce l’impatto della logistica, e in particolar modo del trasporto merci, dal punto di vista ambientale è inoltre destinato ad aumentare, anche a causa della politica di gestione dei resi che ogni anno genera 15 milioni di tonnellate di CO2.

Parte di questo problema è dovuto anche alla mancata ottimizzazione del sistema logistico e alla presenza di inefficienze; ad oggi, si stima che in Italia circa un camion su quattro viaggi vuoto o senza raggiungere la piena capienza.

La logistica rappresenta un tema centrale di tali dinamiche, in quanto definisce, pianifica, implementa e controlla l’uso efficiente ed efficace del flusso e stoccaggio dei prodotti e delle relative informazioni, dal punto di origine al punto di consumo.

Anche la mobilità, sia essa legata al trasporto di merci o di persone, ha un forte impatto ambientale e deve affrontare sfide simili a quelle della logistica, anche in considerazione della stretta connessione tra i due settori.

Ci occuperemo della mobilità in un altro articolo del blog.

 

Logistica: efficienza v/ sostenibilità?

Per quanto riguarda la logistica, come fare per coniugare crescita economica e sostenibilità?

Si può intervenire almeno in due direzioni:

  • rendendo più efficiente la consegna/trasporto facendo viaggiare i veicoli più “pieni” (riducendo così il numero complessivo di viaggi)
  • utilizzando mezzi più “green” (elettrici o che utilizzano combustibili meno inquinanti) che producono meno CO2;

Infatti, gestire in modo più efficiente i “viaggi”: più brevi, più “pieni” etc consente di ridurne il numero e conseguentemente ridurre il loro impatto ambientale (a prescindere dalla tipologia di “combustibile” impiegato per effettuare tali viaggi).

A parità di viaggi, invece, l’utilizzo di mezzi ecologici, al posto di mezzi più “inquinanti”, riduce l’emissione di CO2.

Un ulteriore contributo alla causa ambientale potrebbe derivare dalla possibilità di permettere agli utenti, che usufruiscono ad esempio dei servizi di consegna merce a domicilio, di scegliere la soluzione più ecologica tra più opzioni a disposizione. Ciò si tradurrebbe, per le aziende, in un forte incentivo ad adottare soluzioni più “green” , per venire incontro alle richieste di un numero sempre maggiore di consumatori/clienti.

 

Il caso della startup Bridge

Bridge (nata dall’esperienza lavorativa dei fondatori, Stefano Asperti, Luca Petrone e Simone Quarta) ha realizzato una piattaforma che mette in contatto committenti e trasportatori per ottimizzare il più possibile le rotte dei veicoli di trasporto e lo spazio, per ridurre il più possibile le emissioni.

Nella piattaforma il committente può inserire tutte le richieste di trasporto che detiene e sulla base dei vettori registrati viene fatta un’offerta. A partire da quest’ultima, viene poi valutata la migliore in termini di prezzo e rating. In seguito, avviene la selezione del partner.

Per quanto riguarda la valutazione dell’offerta questa può avvenire basandosi su criteri sia ambientali sia economici. Infatti, il trasportatore viene scelto da Bridge in base a criteri ambientali, secondo una serie di variabili che entrano in gioco. La principale riguarda il prezzo, ma sicuramente una delle variabili che permette il ranking dei trasportatori è anche il combustibile dei veicoli che viene utilizzato. In generale, si predilige l’utilizzo di combustibili alternativi.

La maggior parte degli altri operatori di logistica non offre agli utenti la possibilità di scegliere soluzioni sostenibili. Bridge, invece, offre una soluzione digitale per la gestione del trasporto su strada e intermodale tenendo conto anche di tali parametri “di impatto ambientale”.

Il modo principale di realizzare la sostenibilità ambientale per Bridge Logistica passa per l’ottimizzazione, dunque con l’implementazione di algoritmi sviluppati internamente che permettono di minimizzare la presenza di “tratte a vuoto” e massimizzare la quantità di merce caricata nei veicoli di trasporto.

 

Come possiamo contribuire a ridurre l’impatto ambientale?

Vista l’attenzione sempre più forte, soprattutto dei più giovani, sulle tematiche ambientali si stanno diffondendo servizi che consentono al consumatore finale di scegliere – nella logistica e nei trasporti –  soluzioni più “ecologiche”.

Anche nel settore della mobilità si stanno sviluppando soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale: di queste ci occuperemo in un prossimo articolo del blog.

Tutte queste innovazioni presuppongono un approccio sistemico e il contributo, anche piccolo, di ciascuno di noi attraverso comportamenti più attenti e responsabili.

Esse, inoltre, si basano sulla raccolta, la gestione e l’interpretazione di una grande mole di dati e sulla condivisione aperta di tali informazioni, per orientare anche le scelte legislative e gli incentivi a favore di una transizione ecologica.

Per questi motivi il ruolo del legislatore e dei politici sarà importante e richiede il supporto tecnico di giuristi, al fine di bilanciare gli interessi economici delle aziende che operano nei settori prima richiamati con gli interessi dei cittadini e delle collettività che usufruiscono dei servizi offerti dalle suddette imprese.

 

Rachele Luttazi