Social lending crowdfunding: cos’è e come funziona?
· Cos’è il Social lending crowdfunding?
· Come funziona il Social lending crowdfunding?
· Le norme di riferimento
· Quali sono i vantaggi?
Il Social lending crowdfunding è una modalità per concedere e trovare prestiti di denaro “peer to peer” (il c.d. P2P Lending), sfruttando le varie piattaforme online disponibili ed aggirando il canale bancario.
Al giorno d’oggi imprese e privati che necessitano di finanziamenti non devono rivolgersi per forza ad Istituti di credito, ma possono contare su fonti alternative, più rapide e flessibili.
In modo particolare, il mercato del lending crowdfunding ha avuto una notevole crescita negli ultimi anni, ed è considerato una valida soluzione per arginare il cosiddetto credit crunch (letteralmente “stretta del credito”, indica un calo significativo dell’offerta di credito) e per aiutare imprenditori ed aziende a trovare liquidità, in modo alternativo o complementare ai canali standard.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di una modalità scelta per ottenere prestiti in tempi molto brevi, in modo semplice e trasparente, secondo quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del PoliMi.
D’altro canto, chi presta il denaro ha la possibilità di diversificare il portafoglio di investimenti e di ottenere rendimenti più elevati, visto che i tassi d’interesse sono più alti. Ma non solo, i soggetti possono contribuire attivamente alla crescita del tessuto imprenditoriale italiano.
Cos’è il Social lending crowdfunding?
Il P2P lending, come abbiamo visto, è una forma di erogazione di prestiti attraverso piattaforme online. Il denaro viene prestato ad imprese o privati che necessitano di fondi per portare avanti progetti professionali o di crescita personale, ottenendo poi il rimborso del capitale e i relativi interessi.
Si tratta di uno strumento nato per sopperire alla mancanza di liquidità nel sistema creditizio. Grazie alla capacità di smobilizzare i fondi in breve tempo, il lending crowdfunding ha permesso alle imprese di avere gli strumenti necessari per crescere ed innovare, senza essere strettamente dipendenti dalla rigidità delle procedure bancarie.
Le piattaforme hanno il compito di mettere in contatto domanda ed offerta, selezionando, approvando ed organizzando i flussi finanziari.
Ogni finanziamento viene erogato in forma di prestito con un determinato tasso e una durata stabiliti dalla piattaforma. In genere si possono distinguere tre tipi di raccolta fondi:
- Customer: tra privati, il tempo medio di rientro va da 3 a 72 mesi.
- Business: prestiti alle imprese, che possono essere fatti sia da privati che da investitori professionali. La durata va da 6 a 84 mesi.
- Real estate: prestiti rivolti a imprese immobiliari, per il finanziamento della riqualificazione, costruzione o acquisto della prima casa.
Come funziona il Social lending crowdfunding?
Attraverso il social lending crowdfunding, soggetti privati e imprese che necessitano di un prestito possono presentare il loro progetto online e trovare degli investitori, disponibili a investire i loro risparmi a tassi di interesse superiori rispetto a quelli bancari.
Come analizzeremo a breve, le piattaforme sono riconosciute come istituti di pagamento o di credito e sono sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia, oltre ad avere propri strumenti diversificati per tutelare l’investitore.
Di fatto gli attori coinvolti sono:
- I prenditori (borrowers) interessati ad ottenere un finanziamento;
- I prestatori (lenders) interessati a investire il proprio denaro;
- I gestori delle piattaforme, che offrono il sistema tecnologico ed altri servizi aggiuntivi come, ad esempio, lo screening dei prenditori.
Le garanzie, in questo caso, funzionano diversamente rispetto al settore bancario. Sono le piattaforme stesse ad offrire degli strumenti per valutare l’affidabilità della controparte. Ad esempio, attraverso il rating un investitore può capire se l’azienda che intende finanziare è affidabile o se risulta essere ad elevato tasso di rischio. Il punteggio di rating è alto se le aziende rispettano il piano di restituzione del finanziamento e sono puntuali nei pagamenti, diversamente, il punteggio sarà basso se le aziende non rispettano debitamente gli obblighi assunti con i loro investitori.
Il sistema di rating comporta l’applicazione di interessi più elevati a chi possiede un punteggio basso, mentre chi risulta più “affidabile” può godere di condizioni più vantaggiose.
In caso di problematiche come il mancato pagamento di un prestito, comunque, vengono attivate le procedure classiche per il recupero dei crediti.
Le norme di riferimento
Nel nostro Paese l’investment crowdfunding è regolato attraverso alcune specifiche norme nel Testo Unico della Finanza ed in un apposito regolamento Consob, ma il P2P lending dispone di un quadro normativo diverso.
Innanzitutto va detto che tale modalità di finanziamento rientra nei cosiddetti contratti di mutuo, disciplinati dall’art. 1813 c.c.: ”il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità”.
Tale nozione rientra tra i contratti non bancari che si possono utilizzare come fonti di finanziamento. Quindi è un contratto che può essere stipulato da privati, mentre l’attività di “intermediazione” svolta dalle piattaforme di P2P lending è soggetta ad autorizzazioni e controlli, per evitare abusi.
I gestori dei portali di social lending possono:
- Fornire ai clienti un sistema di pagamento;
- Prestare servizi collegati al pagamento.
Non possono, invece, raccogliere o detenere fondi, dato che tale attività deve essere compiuta solamente dalle banche o dagli intermediari autorizzati.
A tal proposito, la Banca d’Italia, nelle Disposizioni per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche, ha dedicato la Sezione IX al social lending specificando che: “Questa attività è consentita nel rispetto delle norme che regolano le attività riservate dalla legge a particolari categorie di soggetti”.
Quali sono i vantaggi?
I richiedenti possono effettuare delle richieste in modo molto semplice, inserendo i dati nella piattaforma e aspettando una valutazione.
Per partecipare, oltre al merito creditizio, è necessario godere di altri requisiti, ovvero: la sede deve essere in Italia, l’azienda deve avere almeno un bilancio depositato e in alcuni casi, a seconda del portale scelto, può esser richiesto un fatturato superiore a una determinata cifra.
In genere, comunque, si possono chiedere finanziamenti fino a 3 milioni e mezzo di euro.
Si tratta di una vera e propria opportunità per le piccole aziende che necessitano di liquidità. In questo modo, infatti, possono accedere al credito in modo più semplice e veloce. È sufficiente caricare i vari documenti richiesti nel portale e si possono avere delle risposte in pochi giorni, diversamente da quanto accade negli istituti bancari.
Per gli investitori c’è la possibilità di ottenere guadagni più elevati rispetto ai prodotti tradizionali, e di investire nell’economia reale, sapendo esattamente dove vanno a finire i soldi. Va considerato, inoltre, l’aspetto emozionale e la consapevolezza di potere aiutare un’azienda italiana a crescere. In altre parole si tratta di una modalità di investimento più coinvolgente.
Il prestatore ha la possibilità di ricevere interessi che variano dal 4% al 7%, ma può anche decidere di ritirare i soldi prima della naturale scadenza del prestito, vendendo il portafoglio residuo in un mercato secondario dentro alla piattaforma.
Per abbassare il livello di rischio, inoltre, gli investitori possono ripartire il denaro su più progetti, diversificando il portafoglio.
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